STELLA COMETA À TREGOSA

poesie di

Danila Olivieri
 

Data presentazione:  martedì 1 giugno 2004

 

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"i ciottoli

13


E siamo giunti al Ciottolo n.13.

E’ il primo scritto da una donna. E’ una raccolta di poesie di Danila Olivieri, una poetessa che già ha ottenuto numerosi riconoscimenti in tutta Italia per i suoi versi.

E’ un suo ritorno a Trigoso, all’età della prima giovinezza. E’ infatti nata e cresciuta in Via Sara, vicino alla contrada Pestella. Ed ella ricorda quel periodo della sua vita in alcune poesie inserite in questa raccolta. In un componimento dedicato alla Pestella ella recita: E noi fanciulle palpitanti ancora dell’età scolare si attraversava quella fioritura e in un altro: Degli anni miei ridenti la dolce nostalgia mi guida alla stazione di Trigoso…

Quella di Danila Olivieri è una raccolta di versi scritti in buona parte in dialetto genovese. Anche di questo siamo fieri. Ci pare giusto che il dialetto, che ci ha accompagnato durante la nostra vita, non vada dimenticato, ma riacquisti il suo potere evocativo grazie alla poesia, che ne esalta cadenze e musicalità.

Pensando al nostro dialetto e alle nostre tradizioni, non posso far a meno di ricordare un loro grande cultore, il Dott. Giovanni Carosini, che tanto ha avuto a cuore le nostre radici e che ci ha sempre seguito nelle nostre iniziative, anche con la sua costante presenza. Per noi un grande Amico, che in modo prematuro e inaspettato ci ha lasciato, ma sicuramente dall’Alto ci darà ancora il suo incoraggiamento. 

Speriamo che questa Stella cometa che a luxe a Tregosa, la Stella cometa che da sempre accompagna il nostro bel Presepio, ci sia di buon auspicio.
 

                                                                                           Marco Bo

                                                                            Presidente del Circolo ACLI S.Sabina

 

Stella cometa a lûxe


A lûxe da nêutte sensa tempo

a menissa o scûo –

‘na stola d’argento de lûnn-a e de stelle

Tregosa antiga, erta in sciâ liggia, a l’inghêugge.

 

Pastôi, agnelletti in scê spalle,

villæn e artexæn

co-i arneizi de ‘na votta.

 

Da-e collinn-e in sciô fondo,

da-o santuäio assopïo de quëte tra e case,

in sciô greto do sciûmme

finn-a a-a cascata,

‘na Celeste melodïa a chinn-a -

tappëto de zerbin a-o sò passaggio

da mille e mille anni.

 

Stella cometa a lûxe,

l’odio ciù scûo o moe –

l’Amô o se spande

comme onda drento a-o mâ.

 

 

Introduzione 

 

Un’opinione abbastanza diffusa è che la poesia dialettale sia considerata minore rispetto a quella in lingua italiana. La lingua nel poeta è invece quella dell’infanzia, della propria terra, dei ricordi più cari, è la lingua con cui il cuore parla. Il dialetto genovese è una vera lingua, con le proprie sonorità, accenti e cadenze.

I versi di Danila Olivieri, in lingua genovese, hanno tutta la peculiarità della vera poesia. Se li traduciamo in lingua italiana (come tutte le poesie dialettali) divengono un qualcosa d’altro, più freddo, distaccato e senza la melodia del suono naturale. L’autrice usa una lingua genovese “a tutto tondo”, col recupero e l’uso di parole che sono dimenticate anche da chi dialoga col dialetto. Così nascono assonanze, allitterazioni, rime con una musicalità che ha il sapore “di una volta”, riproducente i suoni e i profumi del mare, lo sbattere dell’onda e il soffio del vento. Il filo della memoria o s’inghêugge e desghêugge come un nastro colorato trasporta in un’atmosfera incantata, svelando ascose malinconie. E’ soprattutto il mare ad ispirare la poetessa. Un mare a volte descadenôu, imbriægo de sâ, tutto ‘n bollezzûmme de sc-ciumme, in reboggi-moinelli, a volte o l’à ‘n chêu immenso de silenzio e de paxe mentre l’ûrtimo bâgio de lûxe o se deslengua adaxo. In queste immense azzurre acque Danila Olivieri si sente all’unisono, con solitudini, gioie e malinconie; qui ritrova le radici del proprio esistere e il senso dell’essere.

Le passioni della giovinezza e della vita sembrano acquietarsi come ‘na nüvia lengê che cian cianin a se deslengua. Vi è in questi versi una serena consapevolezza che è necessario uscire dal proprio “io” e che la musica della vita non è solo a mæ scinfonïa.

Gli affetti familiari – il ricordo straziante della madre morta in un incidente stradale, l’ansia per il figlio che si stacca da lei per affrontare la vita – sono vissuti in un equilibrio tra passato e futuro che paiono sfiorarsi e nello stesso tempo sfuggire nel presente, simile alla linea dell’orizzonte tra cielo e mare.

L’anelito di pace e il moto d’animo che ha ispirato Danila Olivieri a scrivere le poesie dedicate al borgo di Trigoso e al suo presepio emana un senso d’amore, che si spande comme onda dentro a-o mâ, mentre la stella cometa a lûxe, presagio di armonia.
 

Alberto Dell’Aquila

 

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