Omicidi in Appennino
Menzogne e verità sul “mostro di Bargagli”: 1939-1989

E’ la ricostruzione, assolutamente rigorosa,  dell’ininterrotta catena di omicidi che dal 1944 giunge al 1983, conosciuta come “mostro di Bargagli”, passata attraverso numerose inchieste e processi senza che si sia mai trovato un solo colpevole. Tutto ciò si è reso possibile grazie ai documenti depositati all’Archivio del Tribunale penale di Genova, visionati in virtù di un decreto del Presidente del Tribunale stesso, che hanno tra l’altro il pregio di confutare alla radice una serie di interpretazioni fuorvianti. La particolarità del libro è che i sospetti di presunti omicidi – senza eccezione – sono stati partigiani, un gruppo di partigiani di “Giustizia e Libertà”, che gli inquirenti riterrebbero uniti da un tacito patto teso a eliminare “verità scomode” risalenti al tempo della seconda guerra. Un gruppo che, alla fine, cioè nel 1989, dopo un lungo percorso accidentato ricco di colpi di scena, la Corte di appello di Genova assolve “per non aver commesso i fatti”. A tutt’oggi, perciò, il “mostro” (o i “mostri”) non ha un volto. E’ una storia complessa, coperta da reticenze, omertà e omissioni politiche, che ha il suo punto di vertice negli anni del terrorismo e che, senza dubbio, spinge le sue radici all’indietro, al periodo della Repubblica sociale. Una storia che ha coinvolto, a vari livelli, un’intera comunità – di Bargagli, appunto – e ha provocato interventi a tutto campo, benché almeno due fra le prime vittime – il brigadiere dei carabinieri Candido Cammereri il 5 dicembre 1944 e l’appuntato Carmine Scotti il 14 febbraio 1945 – fossero anch’esse legati al variegato mondo resistenziale. A quelle morti occorre risalire quando si intenda comprendere le successive e gli altri fatti di sangue perlomeno “dubbi” che hanno contribuito a creare la leggenda del “mostro” e a mantenerla nel tempo. Il lavoro si prefigge dunque di fornire una risposta coerente a una vicenda lunga quarant’anni e che risulta quasi sempre offerta ai lettori in modo privo di riscontri oggettivi. 

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