Armillaria mellea

(Chiodino, Famigliola buona; Funzo de l’anello, in genovese)

Buono, con un po’ di attenzione

 

Anche in questo premettiamo un concetto che potrebbe essere esteso a tutti i funghi definiti commestibili: l’avvertenza di consumare solo gli esemplari giovani, e sempre in perfetto stato di conservazione. In più, in questo caso, occorre far cuocere bene il fungo, eliminando il più possibile l’acqua di cottura; comunque questa specie può non essere da tutti tollerata. Quanto detto fa comprendere l’importanza, non solo, di distinguere le specie tossiche dalle commestibili – fatto ovviamente basilare – ma di osservare uno scrupolo anche nei confronti delle specie definite commestibili: la rapacità della raccolta non paga! Quindi eliminare tutti gli esemplari guasti o troppo maturi.

E’ la specie, con caratteristiche di parassita, forse più diffusa e, quindi, più conosciuta. Vive infatti a cespi di numerosi individui, presso ceppaie di molte specie vegetali, in autunno; attecchisce generalmente su substrato vivo, ma ormai degradato. Contrariamente a quanto si può pensare di primo acchito, anche i parassiti hanno la loro funzione, eliminando soggetti, in questo caso vegetali, ormai compromessi.

Il colore è assai variabile, sia rispetto al tipo di pianta su cui si insedia, sia rispetto alle caratteristiche atmosferiche.

Occorre saperla distinguere da altre ‘Famigliole’ tossiche (‘Falsi chiodini’), che hanno però tinte più vistose e decise, gialle o rossastre, e lamelle scure

  • Cappello: 4-10 cm, di tonalità che vanno dal giallo miele fino al brunastro, olivastro, rossastro; è dotato di scagliosità
  • Lamelle: biancastre o giallastre; possono tingersi di rossastro
  • Gambo: slanciato, scaglioso, presenta un anello persistente