La Liguria di Salò
 

L’autore, studioso di storia contemporanea con particolarmente riferimento al periodo fascista ha inteso compiere, per la prima volta, il percorso della Repubblica sociale italiana in Liguria, segnatamente a Genova e nella sua provincia. Per farlo, oltre a valersi di una mole consistente di documenti (comprese le straordinarie «appendici» alle parti seconda, terza e quarta) reperiti nei fondi depositati in vari archivi italiani e stranieri, ha attinto dall’esperienza derivatagli da suoi precedenti lavori, che dello stesso periodo trattano singoli aspetti. Tuttavia, convinto che il discorso andasse completato con una visione globale, ha riunito i fatti accaduti in un solo quadro organico. Il risultato ottenuto – un’opera davvero unica nel panorama della storiografia ligure ma non soltanto –,  simile ad un mosaico composito, è per lo meno sorprendente e alcune conclusioni contrastano con le versioni  finora ufficialmente accreditate: per esempio sul salvataggio del porto di Genova, sul piano tedesco per trasferire in Germania installazioni e macchinari prelevandoli dalle fabbriche ligure, sull’innesco della vittoriosa insurrezione cittadina, sull’arrivo in Liguria degli americani ma anche sui fascisti irriducibili, sugli industriali, sugli operai e sui partigiani. Insomma una lettura originale degli anni 1943-1945 che, dall’Unità, furono certamente i più drammatici vissuti dalla popolazione per la presenza degli occupanti tedeschi, il conflitto, i bombardamenti che causarono migliaia di morti fra i civili, la crisi economica, la crisi alimentare e per una guerra civile di notevole ampiezza caratterizzata da un aumento della violenza a tutti i livelli. Chiude il lavoro un’intervista sulla resistenza con l’ex capo partigiano Gian Battista Lazagna, anch’essa inscindibile se si intende cogliere la realtà nel suo insieme.