A RICORDO DEI BAMBINI
CHE VIDERO I SARACENI
ED EBBERO TANTO A SOFFRIRE
  LA BAIA D'ORO

  Sfuggito dalle man di Barbarossa
  Tra Manara e le Baffe c'è un tesoro
  Nessuno sa dov'è, per questo passa
  Quella di Riva par: LA BAIA D'ORO.

 

RIVA TRIGOSO "LA BAIA D'ORO"
di Mario Antonietti - Illustrazioni di Piero Pascolo

Tanti e tanti anni fa, quando le coste erano scarsamente popolate e le famiglie si riunivano per formare qua e là piccoli villaggi, in un punto della costa baciata dal sole e accarezzata dal mare, in una insenatura circondata da eriche e profumata dai pini, un gruppo di famiglie di pescatori, formò un piccolo villaggio eleggendolo a propria dimora.

In questo villaggio la gente costruiva nuove case, lavorava, pescava e viveva felice.
In una modesta casetta di pescatori viveva TRIGOSO, un giovane bruno, alto, forte e bello come il sole.

TRIGOSO amava RIVA, una brava e bella fanciulla dalle lunghe trecce che sembravano d'oro.
I due giovani si erano giurati eterno amore ed avevano deciso di formare una nuova famiglia.

Finalmente, il giorno delle nozze.


Il corteo si snodava lungo le piccole strade e si stava dirigendo verso la chiesetta per la celebrazione del rito nuziale, quando dalla marina giunsero laceranti grida:
I pirati! I pirati! Scappate! Stanno arrivando i pirati! Scappate! Scappate!
Dal mare infatti alcune navi corsare costeggiando non viste, erano giunte sulla spiaggia.
Il piccolo villaggio, preso di sorpresa fu invaso e saccheggiato, le case bruciate, gli uomini catturati, uccisi e le donne più belle rapite.
TRIGOSO nel tentativo di difendere la sua RIVA fu colpito da una mazzata e cadde al suole privo di sensi.

RIVA, la bella fanciulla dalle trecce d'oro fu trascinata sulla spiaggia e quindi imbarcata sulla più grande delle navi corsare.


Nel frattempo, i pirati, presi da una sfrenata euforia distruggevano, uccidevano, rubavano e bruciavano.
Quando il villaggio fu completamente distrutto e deserto, i pirati ubriachi e carichi di bottino, fecero ritorno sulle loro navi.
TRIGOSO miracolosamente illeso, rinvenne proprio mentre le navi corsare stavano per salpare.
Subito comprese quanto era successo e fuori di sé dal dolore corse sul dirupo che s'affacciava sul mare, gridando e invocando la sua adorata RIVA.
Non appena lo scorsero, dalle navi partì una nutrita scarica di frecce.
TRIGOSO, colpito in pieno petto, con le mani protese, quasi volesse raggiungere la sua amata, precipitò lungo il dirupo nella sottostante piccola nicchia baciata dal mare e, fra quei ciottoli d'argento, mormorando veci nome, spirò.
RIVA» impotente assistette da bordo della nave a tutta la scena e per un momento rimase come impietrita.
Ad un tratto, sconvolta dal grande dolore si scagliò urlando contro il Capitano Corsaro, graffiandogli gli occhi e il viso.
Questi accecato dal sangue e dall'ira, estrasse dalla cintura il suo pugnale e la colpì ripetutamente al ventre.
La fanciulla si irrigidì un attimo sbarrando gli occhi e cadde rotolando sulla tolda della nave.
Alcuni pirati la presero, avvolta nel suo bianco vestito da sposa, e la buttarono in mare.
In quel punto l'acqua si tinse di vermiglio.
Improvvisamente una misteriosa e grande ondata sollevò la nave facendola sbandare paurosamente e fu in quel movimento che alcuni forzieri carichi d'oro e di preziosi posti, in coperta scivolarono e furono inghiottiti dalle acque.
Vani furono i tentativi dei pirati per individuare e recuperare il tesoro.
Il punto non fu mai esattamente localizzato.
Dopo tre giorni le navi corsare salparono; dirigendo le prore verso l'oriente lontano.
Il sole volgeva al tramonto.
Durante la notte gli Angeli del cielo discesero dove RIVA era morta e deposero in quel punto un grande scoglio a forma di campana, perché le genti future ricordassero RIVA per sempre.


Nello stesso istante nella nicchia dove morì TRIGOSO, i ciottoli d'argento iniziarono, rotolando, un dolce canto d'amore.
Passarono molti altri tramonti e moltissimi anni.
I pirati non ritornarono mai più.
Il villaggio prosperò e si ingrandì.
La nicchia dove era caduto TRIGOSO diventò la Nicchia dell'Amore e i ciottoli d'argento da quel giorno fatale non smisero più di cantare.
La baia dove gli Angeli avevano posato lo scoglio in memoria della fanciulla dalle trecce d'oro e dove i corsari perdettero il tesoro, venne chiamata col nome di BAIA D'ORO.
Il villaggio per volontà di popolo prese un nome, un nome che ricordava un grande amore; un nome che ricordava l'antica storia di un glorioso villaggio marinaro, un nome che ricordava la storia di RIVA TRIGOSO.
 

RIVA E TRIGOSO IN PARADISO

Era un giorno idi primavera.
Il sole avea solcato l'azzurro e volgeva ormai all'orizzonte.
Nella Nicchia dell'Amore, dall'onda spumeggiante e lieve, sorsero due stupende figure: Trigoso, superbo e sfolgorante, al suo fianco la bellissima Riva con i capelli al vento.
Poco più in là, tra le acque stranamente rossastre e limacciose, si dibatteva il Capitano Corsaro: egli gemeva ed annaspava volgendosi implorante verso i due giovani che si libravano sulla candida spuma.
Trigoso, assorto, stava guardando il tramonto.
Riva lo riscosse dolcemente e lo guardò come si guarda l'amore.
Trigoso l'abbracciò e le sorrise.
La mano delicata di Riva si tese e quella insanguinata del Corsaro l'afferrò.
Attorno le acque ridiventarono limpide.
Il Corsaro, liberato dalla morsa fangosa, nuotava ora verso il sole.
Dal cielo, intanto, discese un coro di Angeli, avvolse Riva e Trigoso in una bianca nube a forma di cuore e la sollevò sempre più in alto, finché non disparve nell'immensità del cielo.

 

IL DONO DI RIVA E TRIGOSO

Giunti in cielo Riva e Trigoso osservarono beati il Paradiso.
Lassù tutto è amore, l'amore è luce e la luce è Dio.
Compresero così, che Dio è in tutto e al di là di tutto e che il Creato è indefinito, come infinita è la grandezza di Dio.
Quindi le due anime guardarono nell'universo e videro il loro villaggio con le sue piccole gioie e con i molti bisogni.
I loro pensieri si incrociarono e si unirono e rivolti a .Dio dissero: Signore, Tu che hai voluto che prendessimo forma; Tu che hai voluto che facessimo parte attiva della creazione; Tu che hai voluto che appartenessimo a quella piccola terra, ascolta la nostra preghiera, guida una delle tue creature verso quel lido, affinché con la tua grazia il villaggio possa prosperare e glorificarti in eterno.
In quell'attimo un Angelo di luce intensissima partì dal cielo e si diresse fulmineo sulla terra.
Un uomo stava meditando.
- Alzati - gli disse l'Angelo.
E l'uomo si alzò.
- Ed ora vai - comandò ancora l'Angelo.
E l'uomo andò.
Giunse così sulla sponda della baia dove Riva e Trigoso vissero e morirono.
Sostando su quella sabbia, gli parve di vedere sorgere i lucenti
tralicci di un grande cantiere.
Qualche tempo dopo quella visione si concretizzò.
Il Cantiere diventò l'orgoglio dei Rivani e le belle e maestose navi, varate in quelle acque luminose e limpide, raccontano, in tutti i mari e in tutti i porti, la storia meravigliosa e affascinante di Riva Trigoso e della Baia d'Oro.

 

«LA BAIA D'ORO»
Canzone

Coro: Baia d'or... Baia d'or... Baia d'or... Baia d'or..

Solo: Ti accoglie sorridente
         la nostra cittadina
         Riva Trigoso è bella veramente
         tra sabbia e tra scogliere
         nel limpido suo mare
         ti fa dimenticare il mondo inter

Ritornello:

Ritorna in questa spiaggia in questo mar
ritorna in questa Riva a villeggiar
ritorna nella nicchia dell'amor
dove si sente i ciottoli cantar
vedrai bianchi gabbiani in ciel volar
Trigoso risplendente sotto il sol
le barche ti potranno dondolar
sotto la luna nella Baia d'or.

Strofa:

Di notte v'è silenzio
silenzio veramente
e dorme sogni d'oro il villeggiante
si sente solamente
il mormorio del mare
cullano le lampare i pescator.

Ritornello e finalino:

Baia d'or... Baia d'or... Baia d'or... Baia d'or...